Spalla: Lesioni della cuffia dei rotatori

Proseguiamo con gli approfondimenti delle patologie della spalla parlando di lesioni della cuffia dei rotatori, che vengono classificate in base alla dimensione della lesione e al meccanismo lesivo (cioè con o senza trauma).

Lesioni atraumatiche, cioè in assenza di trauma, sono frequenti nei referti degli esami diagnostici, e vengono a volte malinterpretati.

Una classica rottura del sovraspinato fa pensare ad una rottura, che rende il muscolo pressoché inutilizzabile. Le strutture muscolo-tendinee della cuffia dei rotatori sono però organizzate in modo da riuscire a gestire lesioni dei muscoli che la compongono in diversi casi, garantendo comunque una buona funzionalità dell’articolazione.

La rottura della cuffia dei rotatori è solitamente caratterizzata da dolore nella parte anteriore della spalla, specialmente se la causa della rottura è di natura traumatica.

Ci può essere anche irradiamento verso la parte interna del braccio, specialmente durante movimenti come alzare il gomito sopra la spalla o appoggiarlo a una superficie.

Quando la rottura deriva invece da una condizione cronica, il dolore si manifesta con intensità variabile nel tempo ed è spesso presente nelle ore notturne ed è inoltre accompagnato da una maggiore difficoltà nel compiere movimenti e dall’impossibilità di sollevare pesi anche modesti.

Nella maggior parte dei casi, questo tipo di problematiche sono trattate con approccio conservativo.

In situazioni dove c’è un o dove è presente una lesione importante, può essere necessario l’intervento chirurgico.

Protesi di ginocchio: Come consentire una lunga durata?

L’obiettivo della sostituzione dell’articolazione del ginocchio con un impianto protesico artificiale è quello di alleviare il dolore e di ripristinare una buona funzionalità.

Con la vita media che è allungata, è argomento di sempre maggior interesse quello della durata della protesi.

Negli ultimi anni i materiali consentono una vita dell’impianto (oltre che della prestazione) decisamente maggiore rispetto anche solo ad un decennio fa, ed è quindi lecito aspettarsi di essere al sicuro per molto tempo, anche oltre 20 anni.

Come per ogni situazione poi lo stile di vita è fondamentale per un buon risultato, non solo in termini di durata.

Indubbiamente mantenere un peso nella norma è di grande aiuto, così come non esagerare con il carico.

A seguito di un intervento di protesi è bene continuare a svolgere attività fisica, ma evitando attività ad alto impatto che possono sollecitare oltremodo l’articolazione.

Bene quindi il nuoto, la bici, le passeggiate, da dosare meglio la corsa, il tennis, lo sci, il golf, tutte attività che possono anche essere svolte ma senza esagerare.

Un corretto stile di vita fa ben sperare perché l’impianto possa essere definitivo per il resto della propria vita.

Spalla: infortuni e patologie

La spalla è l’articolazione più sofisticata del nostro corpo, dotata di un complesso sistema muscolare e legamentoso.

Questo distretto anatomico è molto soggetto a problematiche di varia natura, soprattutto nei soggetti che sollecitano questa articolazione con intense attività sportive o lavorative.

Le strutture generalmente più colpite sono i tendini della cuffia dei rotatori, del capo lungo del bicipite e le corrispettive borse articolari.

👉 Partiamo con l’approfondire una patologia molto fastidiosa ed anche molto frequente:

La tendinopatia della cuffia dei rotatori e/o del capo lungo del bicipite

La problematica della spalla più frequente è la cosiddetta “tendinopatia della cuffia dei rotatori”, in particolare dei muscoli sovraspinato e infraspinato, o del capo lungo del bicipite brachiale.

Il dolore spesso tende a presentarsi gradualmente, ben localizzato nella zona anteriore e/o laterale della spalla, in particolar modo durante i movimenti.

Il quadro patologico è di tipo “degenerativo” e non infiammatorio, come si era soliti pensare fino a qualche anno fa. Il problema è quindi spesso legato ad una degenerazione del tessuto o ad una mancata guarigione dello stesso, priva di meccanismi infiammatori.

Fra le varie cause, la più comune è quella dell’aumento di carico sul tendine.

Nelle tendinopatie è sconsigliato generalmente il riposo totale, tranne che in fasi eccezionalmente acute.

Il medico prescrive in questi frequenti casi una riabilitazione con sovraccarico progressivo, in modo tale da fornire alla spalla stimoli sempre maggiori con l’obiettivo di rieducarla al movimento e al carico.

Tre buone abitudini per ritardare l’arrivo dell’artrosi

L’artrosi è una malattia cronica, e per questo ha un decorso lentamente progressivo ed invalidante.

La prevenzione dell’artrosi si basa sul controllo dei fattori di rischio.

🔹 Evitare carichi eccessivi

Il carico esercitato sulle articolazioni tramite attività sportiva o lavorativa può provocare col tempo malformazioni articolari. E’ bene quindi evitare sforzi particolarmente intensi con regolarità.

👍 Molto bene invece la buona attività fisica, che aiuta a migliorare umore e aspetto, a far diminuire il dolore, ad aumentare l’elasticità e a mantenere sotto controllo il peso. Le migliori sono nuoto e bicicletta.

🔹 Postura scorretta

Un vizio posturale può favorire il progredire più rapido dell’artrosi. E’ bene quindi mantenere equilibrata e sotto controllo la propria postura.

👍 Una ginnastica mirata può correggere posizioni viziate, rinforzare la muscolatura di supporto, recuperare la motilità articolare o facilitare l’accettazione di un handicap parziale. Aspetto spesso sottovalutato, ma estremamente importante.

🔹 Peso

Essere sovrappeso aumentare significativamente le possibilità di provocare l’artrosi, a causa di un eccessivo carico di peso sulle articolazioni.

👍 Un’alimentazione ricca di antiossidanti ed equilibrata, limitando il consumo di bevande alcoliche e non eccessivamente ricca di alimenti di origine animale aiuta a mantenere in salute le articolazioni. E’ bene quindi fornire al proprio corpo tutte le sostanze nutritive di cui l’organismo necessita, vitamine, omega-3, minerali e molta acqua.

Al sopraggiungere dei primi sintomi, in particolare dolore e limitazione funzionale, è bene approfondire tramite visita specialistica e specifici esami diagnostici.

5 domande per il periodo post intervento

Il periodo post intervento è molto importante ai fini di un ottimo e veloce recupero.

E’ sempre mia premura fornire tutte le informazioni e garantire alla persona la possibilità di contattarmi nel caso ci siano dubbi.

 

Qui di seguito i 5 quesiti che è sempre bene conoscere e tenere a mente

👉 Avrò dolore a seguito dell’intervento?

Con le possibilità e le conoscenze di oggi, e seguendo le indicazioni che ti verranno fornite, a seguito dell’intervento il dolore è solitamente molto gestibile.

👉 Quando muoverò i primi passi?

Molto presto, solitamente il giorno successivo all’intervento si inizia a deambulare con l’ausilio delle stampelle.

👉 Dopo quanti giorni è possibile bagnare la ferita?

La ferita potrà venire a contatto con l’acqua nel momento in cui sarà ben rimarginata, un paio di settimane. E’ bene ricordare che poi le prime volte va tamponata con cura fino ad asciugarla perfettamente.

👉 Le attività quotidiane che sono abituato a fare, quando potrò riprenderle?

Ci vorrà qualche settimana, dipende dalla protesi impiantata e dalle condizioni generali della persona. Una volta lasciate le stampelle potrai tornare a guidare e camminare autonomamente, e poi gradualmente riprendere le varie attività, facendo sempre attenzione ed eventualmente consultando prima il fisioterapista o il medico. Per un paio di mesi è bene non inginocchiarsi.

👉 Verrò visitato a seguito dell’intervento?

Certamente. Monitoreremo a cadenza regolare il recupero e sarò a disposizione per qualsiasi evenienza.

Primo impianto di protesi di ginocchio eseguita con l’ausilio della tecnologia robotica

Lo scorso venerdì 26 novembre 2021 ho avuto l’onore di effettuare a Rimini il primo impianto di protesi di ginocchio con metodica robotica, già impiegato in diversi centri di eccellenza di Italia e nel mondo.
La tecnica robotica dell’artroprotesi di ginocchio, sia parziale che totale, consiste nell’utilizzo del sistema come supporto alle scelte e al lavoro del chirurgo.
Si esegue prima di tutto una TAC preoperatoria del ginocchio in modo da conoscere esattamente l’anatomia della articolazione.
Il grande vantaggio è quello di poter poi beneficiare durante l’intervento delle informazioni trasmesse dai sensori precedentemente posizionati sull’articolazione.
Ciò consente di elaborare con molti dati a supporto le istruzioni chirurgiche corrette al fine di posizionare la protesi in modo pressoché perfetto.
Il braccio robotico guida il chirurgo e consente di creare, con precisione massima, l’alloggiamento osseo in cui andrà posizionata la protesi.
La robotica oggi ci permette di ridurre gli errori nel posizionare la protesi, riducendoli pressoché a zero.
Durante l’intervento è sempre possibile eseguire controlli e modifiche a seconda della propria esperienza e dei consigli della metodica robotica. Il ruolo, la capacità e la conoscenza del chirurgo rimangono infatti fondamentali.

L’esperienza che abbiamo fatto è stata assolutamente entusiasmante e ci ha permesso come previsto di pianificare l’intervento di protesi di ginocchio realizzandolo in maniera corretta.
La metodica robotica consente inoltre di risparmiare ulteriormente il tessuto osseo sano e di rispettare i tessuti molli circostanti con importanti benefici sul dolore post-operatorio e sul sanguinamento.
Tutto questo porta ad più rapido ricovero ed un ritorno alla propria vita più agevole.
Questa giornata entusiasmante rappresenta un ulteriore miglioramento alla chirurgia ortopedica protesica che già sta ottenendo grandi risultati nel trattare l’artrosi di ginocchio permettendo al paziente il ritorno alla proprie abitudini sempre più senza dolore e limitazioni.

Come consentire alla protesi di ginocchio una lunga durata?

L’obiettivo della sostituzione dell’articolazione del ginocchio con un impianto protesico artificiale è quello di alleviare il dolore e di ripristinare una buona funzionalità.

Con la vita media che è allungata, è argomento di sempre maggior interesse quello della durata della protesi.

Negli ultimi anni i materiali consentono una vita dell’impianto (oltre che della prestazione) decisamente maggiore rispetto anche solo ad un decennio fa, ed è quindi lecito aspettarsi di essere al sicuro per molto tempo, anche oltre 20 anni.

Come per ogni situazione poi lo stile di vita è fondamentale per un buon risultato, non solo in termini di durata.

Indubbiamente mantenere un peso nella norma è di grande aiuto, così come non esagerare con il carico.

A seguito di un intervento di protesi è bene continuare a svolgere attività fisica, ma evitando attività ad alto impatto che possono sollecitare oltremodo l’articolazione.

Bene quindi il nuoto, la bici, le passeggiate, da dosare meglio la corsa, il tennis, lo sci, il golf, tutte attività che possono anche essere svolte ma senza esagerare.

Un corretto stile di vita fa ben sperare perché l’impianto possa essere definitivo per il resto della propria vita.

Artrosi: quattro cose che è bene sapere per prevenire e curare questa patologia

Abitudini e stile di vita incidono fortemente sul progredire dell’artrosi, una patologia degenerativa che tende a colpire larga parte delle persone con l’avanzare dell’età.

Cosa possiamo fare quindi per ridurre il più possibile il rischio di questa problematica?

🔹 Preservare le articolazioni

Il carico esercitato sulle articolazioni tramite attività sportiva o lavorativa può provocare col tempo malformazioni articolari. E’ bene quindi evitare sforzi particolarmente intensi con regolarità.

🔹 Mantenere la propria postura scorretta

Un vizio posturale può anch’essa favorire il progredire più rapido dell’artrosi. E’ bene quindi mantenere equilibrata e sotto controllo la propria postura.

🔹 Essere in peso forma

Essere sovrappeso aumenta significativamente le possibilità di provocare l’artrosi, a causa di un eccessivo carico di peso sulle articolazioni.

🔹 Svolgere una giusta ed equilibrata attività fisica

Come un’eccessiva attività sportiva può facilitare l’insorgere della degenerazione, al contrario un adeguata attività può prevenirla, soprattutto quando si rinforza la muscolatura di supporto delle articolazioni.

🔸 Il mio consiglio è quello di approfondire quando si avvertono i primi sintomi, in particolare dolore e limitazione funzionale.

Oggi la medicina ha fatto progressi molto importanti anche per quanto riguarda la cura dell’artrosi, e gestire la situazione quando ancora non si presenta grave, consente di valutare varie opzioni per poter proseguire la propria vita sportiva, lavorativa ed anche naturalmente le normali attività quotidiane.

Protesi di ginocchio monocompartimentale: quando è possibile optare per questa soluzione?

Sempre più persone mi chiedono se è possibile risolvere la loro problematica grazie all’intervento di protesi monocompartimentale.

Ma come si stabilisce se è questo l’intervento corretto per tornare a vivere la propria vita senza dolore?

👉 Volendo riassumere in una sola frase, potrei affermare che dipende dal grado di artrosi.

Se il grado di artrosi è ancora piuttosto modesto, possiamo seriamente prendere in considerazione questo tipo di intervento.

La visita specialistiche e i giusti esami diagnostici ci diranno che opzioni possiamo valutare!

Ma quali sono i vantaggi della protesi monocompartimentale rispetto alla protesi totale?

✔ Minor incisione chirurgica
✔ Minor perdite di sangue
✔ Minor dolore post operatorio
✔ Ritorno alla propria vita più rapido

Rottura del legamento crociato anteriore: quali sono i tempi di recupero per il ritorno all’attività sportiva?

Seguendo diverse squadre di calcio e basket, ed essendomi negli anni appassionato e specializzato negli infortuni dello sportivo, uno dei temi che quotidianamente affronto è quello dei tempi di recupero in seguito alla rottura del legamento crociato anteriore.

La mia indicazione, allineata a quella di molti colleghi, è quella del recupero molto controllato per gli atleti che hanno necessità di tornare a svolgere la propria attività sportiva.

I tempi si stanno addirittura lievemente allungando, dal momento che chi ha provato ad accelerare è andato incontro a recidive o altri tipi di problemi, come dimostrano atleti del calibro di Zaniolo, Rossi o Pavoletti.

Di contro, la normale quotidianità si recupera benissimo in tempi estremamente rapidi in totale sicurezza.

Esistono metodi per cerare di velocizzare la naturale biologia, come i trattamenti con piastrine o fattori di crescita.

Si possono valutare con la consapevolezza che si può velocizzare un pò, nel rispetto dei tempi naturali che il corpo umano ci richiede.

Da non sottovalutare poi come una riabilitazione eseguita con professionisti in gamba, supervisionata costantemente dal medico e rispettosa dei vari passaggi sia fondamentale per un recupero sicuro e nei tempi.

Sul mio sito ho dedicato un’intera sezione al legamento crociato anteriore e a tutti i passaggi settimana per settimana della riabilitazione.

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