Cartilagine di ginocchio e anca: una volta usurata, è possibile ripararla?

Da sempre il mondo medico si è interrogato riguardo la possibilità di sostituire, o riparare, la cartilagine di queste articolazioni.

Facciamo il punto sui progressi raggiunti dalla Medicina finora grazie ai tantissimi anni di ricerca.

Le migliori possibilità che si hanno oggi nel momento in cui la cartilagine del proprio ginocchio o della propria anca risulta usurata le troviamo nelle cellule mesenchimali.

Perchè proprio loro?

Perchè sono cellule totipotenti (o multipotenti), ovvero sono in grado di replicare il tessuto cartilagineo.

Dove le troviamo queste cellule?

Le otteniamo mediante prelievo di tessuto direttamente dal paziente, molto spesso dal tessuto adiposo, ovvero dal grasso dell’addome, tramite una piccola incisione effettuata in anestesia locale.

Questo tessuto adiposo viene poi filtrato e lavorato al fine di ottenere un concentrato di cellule mesenchimali che poi verranno iniettate direttamente nell’articolazione.

E poi che succede?

Nelle settimane successive queste cellule stimoleranno la rigenerazione, con un conseguente benessere sia in termini di diminuzione del dolore che di funzionalità.

E’ sufficiente per il paziente un pò di riposo per 2/3 settimane per poi riprendere la vita con gradualità.

Come conservare al meglio ginocchio e anche?

Approfondimento per gli over 45 amanti dello sport

Cogliamo l’occasione di questo momento di stop estivo per un approfondimento dedicato a chi ama lo sport in età non più giovanissima
In particolare, dopo i 45 anni, è cruciale prestare particolare attenzione alla salute delle articolazioni, soprattutto se si vuole conservarle al meglio e poter praticare il proprio sport ancora a lungo.
La prevenzione è come sempre molto importante, ed in particolare:
– Esercizio fisico adeguato: è bene optare per attività a basso impatto e limitare invece quelle ad alto impatto, come il calcio o la corsa su lunghe distanze.
– Riscaldamento e defaticamento: fondamentale soprattutto per gli amatori, che tendono a dimenticarsene. Prima di ogni sessione sportiva, è molto importante dedicare 10-15 minuti al riscaldamento per preparare muscoli e articolazioni. Allo stesso modo, è importante un defaticamento graduale per evitare traumi.
– Esercizi di forza e flessibilità: integrare la propria disciplina con esercizi di rafforzamento muscolare e stretching. Muscoli forti e flessibili contribuiscono a stabilizzare le articolazioni e riducono il rischio di infortuni.
– Alimentazione, stile di vita e idratazione: una dieta bilanciata è il “segreto” per tutto, compresa la vita delle articolazioni. E ricordati di bere molto, fondamentale per la lubrificazione delle articolazioni e il mantenimento della cartilagine sana.
– Attenzione al dolore: quando ti capita di avvertire dolore, fermati. Non hai idea di quante situazioni degenerano per prolungare l’attività fino a non riuscire più. Ricorda che viviamo in un periodo dove le opzioni di cura sono tantissime. Come ripeto sempre, non procrastinare visite ed esami diagnostici, prendiamo il problema appena si presenta!
E tu, che cosa fai per conservare al meglio le tue articolazioni?
Buono sport e buona estate a tutti!

Artrosi all’anca: quando è necessario l’intervento e come si ritorna alla propria vita

Torniamo a parlare di anca, e nello specifico quando questa articolazione viene colpita da una problematica che può richiedere l’intervento chirurgico.
Quando è necessario l’intervento?
La protesi d’anca viene consigliata principalmente in caso di malattie degenerative, come appunto l’artrosi, oppure patologie traumatiche. Di fronte a queste problematiche, l’intervento in molti casi rappresenta senza dubbio un’ottima soluzione per tornare ad avere una buona mobilità articolare e non accusare più dolore. Questo al fine di consentire alla persona di tornare ad avere una buona qualità di vita, spesso molto simile a quella che aveva prima dell’insorgere di questa problematica.
Il recupero post-operatorio
La riabilitazione inizia anche il giorno stesso in ospedale. Tornati poi a casa dopo pochi giorni, è necessario usare le stampelle per alcune settimane e non sottovalutare alcune accortezze per non incorrere in spiacevoli conseguenze, come ad esempio evitare tutte le flessioni dell’anca oltre i 90° e le rotazioni dell’arto.
Un prezioso suggerimento
Come anche per le problematiche di ginocchio, vale la stessa regola del non procrastinare. Questo soprattutto in virtù delle molteplici possibilità che la medicina ci mette oggi a disposizione, efficaci soprattutto nelle fasi iniziali della patologia, che consentono di gestire piuttosto bene l’avanzare dell’artrosi, procrastinando in alcuni casi anche di moltissimi anni l’intervento chirurgico.—

Perchè il tennis causa frequentemente problemi all’anca?

Il caso Sinner ci può aiutare a prevenire?

In questi giorni il nostro Jannick Sinner avrebbe dovuto giocare il torneo di Roma, a cui invece ha dovuto rinunciare per un problema all’anca maturato nelle ultime settimane di gioco.
E’ un vero peccato, tanti giovanissimi e appassionati di tennis avrebbero voluto vederlo dal vivo…per fortuna è giovanissimo e le occasioni a Roma saranno tante.
Negli ultimi anni già Andy Murray è passato alla cronaca per aver fatto una protesi di rivestimento femorale per curare un’artrosi dell’anca, e tanti giocatori, anche minori, soffrono di questa problematica in varie forme.
Ma perché nel tennis si verificano cosi tanti problemi all’anca?
Il tennis è uno sport che porta a caricare molto sull’anca e comporta movimenti molto rapidi, intensi e ripetuti, con cambi di direzione improvvisi e colpi giocati ad alta velocità. Il diritto su tutti impone un grande carico sulle anche (ed anche sulle ginocchia, a dire il vero).
La posizione con cui si colpisce conta
Per chi colpisce in posizione neutrale, le anche si trovano perpendicolari alla rete, mentre sono paralleli nella posizione chiamata ‘open’, tanto in voga negli ultimi anni, dato che aiuta molto il velocissimo tennis moderno. E’ proprio questo colpo giocato in “open” che spiega più di di tutto l’aumento degli infortuni,
L’impingement femoroacetabolare
Una delle patologie dell’anca più frequenti nel tennis è l’impingement femoroacetabolare, un contatto anomalo della porzione prossimale del femore con l’acetabolo. A causa del continuo carico, si può arrivare a rovinare l’articolazione.
Prevenzione
Da considerare l’età nella quale gli atleti sottopongono le articolazioni a carichi di lavoro molto pesanti, che quando fatti durante i picchi di crescita, tendono a creare problemi.
Forza Jannik, auguriamoci che gli esiti della rmn escludano guai

Lesioni del labbro acetabolare dell’Anca

La più comune è chiamata “conflitto acetabolare”, ma non è l’unica…
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Torniamo a parlare di anca, articolazione che amo e che reputo molto affascinante
Al centro dell’anca si trova il labbro acetabolare, un anello di cartilagine che riveste il margine dell’acetabolo, il cui ruolo è fondamentale per la stabilità e il corretto funzionamento dell’articolazione.
Vediamo insieme cosa succede quando questo labbro subisce danni.
Le lesioni
Le lesioni del labbro acetabolare possono essere causate da una varietà di fattori, che vanno dai traumi acuti, come cadute o incidenti sportivi, a stress ripetuti sull’articolazione dell’anca. Queste lesioni possono presentarsi in modi diversi, da piccoli strappi a danni più gravi e estesi, influenzando la stabilità e la funzionalità dell’articolazione.
Sintomi
Alcune persone avvertono dolore nell’area dell’anca o dell’inguine, altri sperimentano sensazioni di scatto o blocco nell’articolazione, mentre altri ancora lamentano una sensazione di instabilità o rigidità.
Trattamento
Le terapie conservative, come la fisioterapia e l’uso di farmaci anti-infiammatori, nei casi meno gravi sono spesso efficaci nel ridurre il dolore e migliorare la funzionalità dell’articolazione.
Quando invece le lesioni del labbro acetabolare dell’anca causano dolore persistente, limitazioni funzionali significative o non rispondono al trattamento conservativo, l’intervento chirurgico può essere considerato come un’opzione terapeutica. Ci sono diverse procedure chirurgiche utilizzate per trattare le lesioni del labbro acetabolare, tra le principali la riparazione labrale, la resezione labrale e la pratica labrale.
Riabiliatzione
La terapia fisica post-operatoria è raccomandata per ripristinare la forza muscolare, la flessibilità e la stabilità dell’anca nel miglior modo possibile, naturalmente sempre sotto la guida del proprio medico.

Displasia dell’Anca Neonatale in età adulta

A che età si manifesta questa patologia ed in quale modo nel caso in cui da neonati non sia stata riconosciuta?

Torniamo a parlare di anca dopo un pò di tempo, articolazione di cui sapete sono molto appassionato!
Oggi si è molto attenti a diagnosticare nei neonati questa patologia, ma alcuni decenni fa era più complesso, e quindi ci sono tante persone a cui oggi si presentano i sintomi.
Che cos’è la displasia dell’anca nei neonati?
E’ una condizione in cui l’articolazione dell’anca non si sviluppa correttamente nei primi mesi di vita. Questo può portare a una posizione impropria della testa del femore nell’acetabolo, il che, se non trattato, può provocare problemi significativi nel corso degli anni.
A quale età si manifesta?
Varia notevolmente da persona a persona e dipende da diversi fattori. In molti casi, i sintomi possono iniziare a farsi sentire già durante l’adolescenza o nella prima età adulta. Tuttavia i sintomi tendono a manifestarsi più tardi, dopo i 40 anni.
Come si manifesta in età adulta?
Da adulti, coloro che hanno avuto displasia dell’anca possono sperimentare dolore all’anca e limitazioni nei movimenti. La posizione irregolare dell’anca può causare anche un’usura anomala delle articolazioni nel corso del tempo, portando a condizioni degenerative come l’artrosi. In alcuni casi, la displasia non trattata può portare a problemi di mobilità, rendendo difficile svolgere normali attività quotidiane.
Quali sono gli approcci terapeutici?
Nei casi più importanti gli interventi chirurgici correttivi sono spesso l’opzione più indicata per ripristinare la corretta anatomia dell’anca. Parliamo di osteotomie o sostituzioni dell’anca. Nei casi meno gravi, la fisioterapia e terapie conservative possono essere l’opzione migliore per migliorare la funzione e ridurre il dolore.

Borsite al Trocantere

La borsite al trocantere è una condizione dolorosa che coinvolge l’infiammazione della borsa sinoviale situata vicino al trocantere maggiore dell’osso femorale, nella zona laterale dell’anca. Questa condizione può causare dolore e disagio significativo, influenzando anche in maniera importante la qualità della vita.

👉 Cause

La borsite al trocantere può essere causata da vari fattori, ma spesso è il risultato di una combinazione di sovraccarico e irritazione della borsa sinoviale. Le cause comuni includono:

◾ Sovraccarico: Attività ripetitive che coinvolgono il movimento dell’anca, come la corsa prolungata o la marcia, possono portare a una sollecitazione eccessiva della borsa sinoviale.

◾ Fattori Anatomici: Anomalie strutturali dell’anca o della conformazione del trocantere maggiore possono aumentare il rischio di sviluppare la borsite.

◾ Traumi o Impatti Ripetuti: Cadute dirette sull’anca o impatti ripetuti sulla zona del trocantere maggiore possono causare infiammazione della borsa sinoviale.

◾ Tendinopatie: Problemi ai tendini circostanti, come la tendinopatia del gluteo medio o del gluteo minimo, possono contribuire allo sviluppo della borsite.

👉 Sintomi

I sintomi della borsite al trocantere possono variare da lievi a intensi. I principali sono dolore, rigidità, sensibilità al tatto e difficoltà a dormire

👉 Trattamenti

Il trattamento della borsite al trocantere dipende dalla gravità dei sintomi e dalle cause sottostanti. Alcune opzioni di trattamento includono:

◾ Riposo e Riduzione dell’Attività: Ridurre o evitare temporaneamente le attività che scatenano il dolore può aiutare a consentire il recupero.

◾ Terapia Fisica: Esercizi di stretching e rinforzo muscolare, sotto la guida di un terapista fisico, possono migliorare la stabilità dell’anca e ridurre l’infiammazione.

◾ Farmaci Anti-infiammatori: Farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) possono essere prescritti per ridurre il dolore e l’infiammazione.

◾ Iniezioni di Corticosteroidi: In alcuni casi, iniezioni di corticosteroidi direttamente nella borsa infiammata possono fornire sollievo temporaneo.

◾ Modifiche dell’Attività: Adottare modifiche nell’attività fisica o nello stile di vita può aiutare a prevenire recidive.

👉 E’ possibile anche dover ricorrere all’intervento Chirurgico?

Se i trattamenti conservativi non riescono a fornire sollievo a lungo termine, è possibile considerare la strada dell’ intervento chirurgico per rimuovere la borsa infiammata o risolvere eventuali problemi anatomici.

Artrosi all’anca: come si recupera a seguito dell’intervento e il mio consiglio

Non tutti sanno che l’anca è un’articolazione che da sempre mi affascina moltissimo, e di cui mi occupo quotidianamente.

Vediamo quindi insieme le caratteristiche principali di questa articolazione e come gestire al meglio l’avanzare dell’artrosi.

👉 Protesi d’anca

Da tanti è definito come l’intervento del secolo, dato che ogni anno nel mondo si effettuano circa 1,5 milioni di interventi, di cui 100.000 in Italia.

Il 90% delle persone che si sottopongono all’intervento hanno un reale beneficio in termini di qualità della vita, e questo è davvero un risultato straordinario.

I miglioramenti di materiali e tecniche chirurgiche hanno contribuito al raggiungimento di un grado di soddisfazione ed una sicurezza davvero degni di nota.

👉 L’anca – Tra bacino e femore

La conformazione anatomica di queste due superfici consente il movimento della coscia sul bacino e, di conseguenza, di tutta la gamba.

Vengono mantenute in sede e stabilizzate dalle capsule e dai legamenti.

Le regioni muscolari (flessori, extrarotatori, estensore e adduttore) fungono invece da “motori”.

Da non dimenticare infine le cosiddette “strutture nobili” (nervi, arterie e vene) che provvedono all’apporto ematico, oltre che a trasportare gli stimoli nervosi per muovere la gamba.

👉 Quando è necessario l’intervento?

La protesi d’anca viene consigliata principalmente in caso di malattie degenerative, come l’artrosi, di cui abbiamo ampiamente parlato in varie occasioni, oppure patologie traumatiche.

Di fronte a queste problematiche, l’intervento in molti casi rappresenta senza dubbio un’ottima soluzione per tornare ad avere una buona mobilità articolare e non accusare più dolore.

Questo al fine di consentire alla persona di avere una buona qualità di vita, spesso molto simile a quella che aveva prima dell’insorgere di questa problematica.

👉 Il recupero post-operatorio

La riabilitazione inizia anche il giorno stesso in ospedale.

Tornati poi a casa dopo pochi giorni, è necessario usare le stampelle per alcune settimane e non sottovalutare alcune accortezze per non incorrere in spiacevoli conseguenze, come ad esempio sedersi dopo l’operazione ed evitare tutte le flessioni dell’anca oltre i 90° e le rotazioni dell’arto.

👉 Il mio consiglio

Come anche per le problematiche di ginocchio, vale la stessa regola del non procrastinare. Questo soprattutto in virtù delle molteplici possibilità che la medicina ci mette a disposizione, efficaci soprattutto nelle fasi iniziali della patologia, che consentono di gestire piuttosto bene l’avanzare dell’artrosi.

Il conflitto femoro acetabolare

Una problematica dell’anca tipica delle persone molto attive
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Il conflitto femoroacetabolare (o FCA) è una patologia dell’anca che colpisce principalmente atleti e persone molto attive, ma può manifestarsi anche in soggetti sedentari.

In questa condizione, le ossa della coscia e del bacino non si articolano correttamente, causando danni alla cartilagine dell’articolazione dell’anca e alla sua stabilità.

Il conflitto femoro acetabolare può essere suddiviso in tre tipi principali:

◾️ conflitto a camma, dove l’osso femorale ha una protuberanza anormale che si imbatte contro l’acetabolo, causando danni alla cartilagine.

◾️ conflitto a caviglia, dove l’acetabolo ha una forma anomala che impedisce al femore di articolarsi correttamente.

◾️ conflitto misto, dove entrambe le anomalie sono presenti.

I sintomi del conflitto femoroacetabolare possono includere dolore all’inguine, alla coscia o all’anca, sensazione di blocco o di scatto durante i movimenti dell’anca, difficoltà a camminare o a flettersi, e rigidità dell’anca. Inoltre, il conflitto femoroacetabolare può portare a danni alla cartilagine dell’anca, causando osteoartrite.

Il trattamento del conflitto femoroacetabolare dipende dalla gravità della patologia. In alcuni casi, il riposo e la fisioterapia possono alleviare i sintomi. Tuttavia, se il conflitto è grave, potrebbe essere necessario il trattamento chirurgico. La chirurgia può includere la rimozione delle protuberanze ossee, la riparazione della cartilagine o la sostituzione dell’articolazione dell’anca.

La prevenzione del conflitto femoroacetabolare può essere difficile poiché alcune persone possono essere geneticamente predisposte alla condizione. Tuttavia, alcune misure preventive includono la pratica di attività fisica moderata, il mantenimento di un peso sano e l’evitamento di movimenti che mettono sotto stress l’articolazione dell’anca.

Artrosi: Qual è la cosa più importante da sapere?

Il termine artrosi è spesso associato ad un disturbo dell’età avanzata.

Questo è anche vero, ma associare l’artrosi alle sole persone anziane non è corretto.

I fattori di rischio e le cause che possono provocare l’artrosi sono molteplici, e l’età è solamente uno di questi.

Le nostre abitudini e lo stile di vita che conduciamo incidono notevolmente, e possono favorire la comparsa dei primi sintomi.

Ed ecco qua quella che reputo tra le informazioni più importanti da sapere riguardo all’artrosi: è possibile prevenirla, ed è anche consigliato!

 

Approfondiamo

 

I fattori di rischio

Le cause precise che causano l’artrosi sono per lo più ignote, ma è riconosciuta la presenza di fattori che possono favorire la degenerazione della cartilagine.

 

I principali sono:

L’età: nei soggetti anziani si verifica una naturale e progressiva usura del tessuto cartilagineo

Il sesso: il gentil sesso è maggiormente predisposto all’artrosi, in particolare del ginocchio e delle piccole articolazioni delle mani

Genetica e familiarità: la presenza in famiglia di soggetti affetti da artrosi rende molto più possibile la comparsa del problema.

Fattori meccanici: ovvero il carico esercitato sulle articolazioni tramite attività sportiva o lavorativa può provocare col tempo da malformazioni articolari.

Traumi: aver subito traumi rilevanti all’articolazione può senza dubbio favorire la degenerazione.

Postura scorretta: un vizio posturale può anch’essa favorire il progredire più rapido dell’artrosi. E’ bene quindi mantenere equilibrata e sotto controllo la propria postura.

Peso: essere sovrappeso aumenta significativamente le possibilità di provocare l’artrosi, a causa di un eccessivo carico di peso sulle articolazioni.

Attività fisica: come un’eccessiva attività sportiva può facilitare l’insorgere della degenerazione, al contrario un adeguata attività può prevenirla, soprattutto quando si rinforza la muscolatura di supporto delle articolazioni.

 

In conclusione, la prevenzione passa da una corretta alimentazione, un’adeguata attività fisica e abitudini di vita sane.

Da medico consiglio sempre di intervenire tempestivamente quando si percepiscono i classici sintomi di dolore e limitazione funzionale, dal momento che oggi i progressi della medicina ci consentono tante opzioni interessanti quando ci troviamo nelle prime fasi dell’artrosi.

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